L’invito alla fraternità da parte di papa Francesco è rivolto a tutta l’umanità e dev’essere accolto con responsabilità. Il ruolo fondamentale delle religioni nel mondo globalizzato e la necessità di prendersi cura dell’altro. Per una vera comunione fraterna.
La pandemia ha accentuato la nostra malattia: siamo preda del delirio transumanista, ma si tratta di capire che non siamo gli artefi ci della storia. Va riscoperto il senso del limite attraverso un’umiltà gioiosa. La vera risposta? Creare legami di cura.
I cittadini hanno il diritto di essere informati, ma in questi mesi abbiamo avuto l’impressione di un continuo scontro fra esperti che non giungono mai ad accordarsi. Dobbiamo evitare di considerarci tutti competenti e sapere che scienza e ricerca sono due cose diverse.
I dibattiti nei media non aiutano molto a capire la natura della pandemia in corso, anche perché la scienza non cresce secondo le regole del dibattito mediatico ed è poco adatta alle arene televisive. Meglio recuperare il ruolo della testimonianza.
Dopo un anno di ampia visibilità e assunzione di responsabilità, quale bilancio trarre dalla presenza di tanti medici e virologi a livello mediatico e non solo? Perché occorre interrogarsi sull’immagine di scienza e sul rapporto con l’opinione pubblica.
Li accomuna l’imprescindibile carattere nazionale di entrambi, ma anche l’universalità: una Weltanschauung peculiare, che li ha resi unici e inafferrabili, visti con sospetto da ogni processo globalizzante. Perciò vittime di genocidi e violenze anche oggi.
La scrittrice Aleksievič è oggi attiva oppositrice del dittatore Lukashenko. Dopo Chernobyl e il crollo del comunismo, una narrativa che ricuce la memoria e punta a dare consolazione all’umanità. Un premio Nobel davvero meritato, a differenza di altri.
Dopo i recenti attentati, si deve parlare di fallimento dell’integrazione? In realtà non hanno funzionato i programmi di deradicalizzazione. Si è assistito al formarsi di comunità parallele anche a causa del modello loro imposto, basato sul rifiuto delle differenze.
La globalizzazione ha portato benefici all’umanità, ma in modo decisamente inefficiente, squilibrato e instabile: se questi benefici fossero un po’ più diffusi, il passo dello sviluppo sarebbe più rapido e sicuro. Ma anche l’ambiente ne guadagnerebbe.
La pandemia ha riaperto il dibattito sulla necessità di riformare il modello di economia di mercato che si è imposto nel mondo. C’è chi rilancia l’idea dello Stato-imprenditore e chi invoca più uguaglianza attraverso forme come il reddito universale.
Una questione che appassiona gli scienziati. Eccles in una curiosa analogia vede l’anima come programmatore e il cervello come calcolatore. Il nodo della questione rimane l’interfaccia tra attività mentale e attività cerebrale, tra sfera spirituale e sfera biologica.
Ormai sembrano interessati alla cosmologia solo gli scienziati. Come nel caso di Hawking, la cui teoria del multiverso porta a fare a meno di Dio per spiegare l’origine del mondo. Perché non prevalgano visioni solo materialistiche, occorre tornare a interrogarsi.
Non si può costruire nessuna riflessione etica e bioetica capace di opporsi alle tentazioni dell’eutanasia e del suicidio assistito se non si assume con chiarezza la prospettiva del sofferente. Alcune riflessioni a proposito della Lettera Samaritanus bonus.
Il diritto della persona a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta è riproposto nella Samaritanus bonus. Il divieto di eutanasia e suicidio assistito è un tema estraneo alle cure palliative.
L’opera del teologo abbraccia la complessità dei problemi contemporanei e ci indica due sfide imprescindibili se il cristianesimo vuole essere all’altezza dei tempi che viviamo: una nuova cura per la trasmissione della fede e un nuovo modello di Chiesa.
Delimitare il “dicibile” per proteggere l’“ineffabile”: è questo il senso del Tractatus, di cui i neopositivisti hanno dato una lettura parziale. Una vena spirituale sempre presente, sin da quando, prigioniero a Cassino, leggeva il Vangelo e Dostoevskij ai detenuti.
L’edizione di due saggi di Blanchot e Kermode ripropone il rapporto fra sacro e letteratura. L’autore francese àncora la scrittura al silenzio e al nulla, lo studioso inglese invece riabilita la tradizione del romanzo. Ma la critica oggi è sempre più in crisi.
Al poeta francese si deve la nascita di una nuova estetica, che avrebbe rivoluzionato la poesia francese ed europea. La questione dell’infinito, del male e della sua fede religiosa: si può definire satanico o cristiano? Due parole chiave: incarnazione e carità.
L’Occidente crede che il proprio dolore appartenga per forza a tutto il mondo. È una crisi profondissima, in cui la cultura del frammento – di cui i segni sono molteplici – va di pari passo alla traiettoria del tramonto. Per uscirne occorre uno sguardo mistico.
La pandemia ha messo in crisi l’industria culturale ma non la produzione: in definitiva ha solo accelerato i processi di riorganizzazione delle economie creative e delle pratiche di consumo nelle nostre città. Alcuni esempi per ricavarne una lezione.
La serie tv dedicata a Michael Jordan ha sancito la raffigurazione della Nba come autentico romanzo popolare americano. Lo sport è diventato un fenomeno culturale. Le nuove forme della rappresentazione sportiva e gli esempi in Italia.
È strano che tanti scrittori oggi siano avviliti, come se non avessero di che parlare. Invece c’è tantissimo da fare. La scrittura deve militare per la realtà, lenire le sue ferite più che oltraggiarla. Perché oggi ha più senso consolare che creare.
Il 22 marzo al Museo Diocesano, in occasione del festival Soul, i filosofi Hunyadi e Benasayag rifletteranno sulla fiducia nell’altro nell'era digitale.
19-23 marzo torna SOUL, il Festival della Spiritualità di Milano: tra gli autori Petrosino, Bartolomei, Wolf, Sequeri, Spadaro, Ossola. Scopri gli eventi