Galileo e i Gesuiti
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Soltanto un logoro luogo comune pretende che il discorso scientifico sia fondato esclusivamente su algide e impassibili deduzioni razionali. La dialettica delle idee combattuta da Galileo e dai non meno agguerriti ricercatori della Compagnia di Gesù mostra al contrario come, pur entro un universo della precisione, agiscano le suggestioni delle risorse fantastiche ed emozionali. Il loro impiego mira, infatti, a potenziare l’istinto esplorativo con un’interrogazione della natura sorretta da un forte senso dell’avventura, ma insieme a rafforzare retoricamente il valore delle argomentazioni, il cui impatto agisce anche fuori della giurisdizione degli addetti ai lavori, alimentando l’immaginario della letteratura e delle arti. Dietro la rivoluzione scientifica di Sei e Settecento si gioca una partita più ampia sul terreno di una riforma spirituale da cui si vorrebbe il rinnovamento dell’epistemologia e, insieme, dei costumi e dell’etica. Va configurandosi un nuovo profilo di scienziato, votato allo studio dei fenomeni naturali e, insieme, attraverso la loro comprensione, all’esaltazione della gloria del Creatore, celebrata sia nella grandezza infinita del cosmo, sia nelle sue manifestazioni più quotidiane. Risalta, in tale profilo, la cifra barocca di un atteggiamento contraddittorio, oscillante tra il senso di smarrimento e di inadeguatezza dell’uomo dinanzi alla ricchezza inesauribile del reale e l’orgoglio per le sue scoperte e per il progresso prodigioso delle nuove acquisizioni.
Biografia dell'autoreAndrea Battistini insegna Letteratura italiana nell’Università di Bologna. Nelle sue indagini è costante l’attenzione alle risonanze linguistiche dei testi da cui muovere, in direzione della storia delle idee, verso l’intelligenza di uno stile di pensiero. Ha curato l’edizione delle Opere di Vico (19992), del Sidereus Nuncius di Galilei (19972), del Prodromo all’Arte Maestra di F. Lana Terzi (1977) e un’antologia su Letteratura e scienza (1977). È autore di libri su Galilei, su Vico, sull’autobiografia e, con Ezio Raimondi, suo maestro, sulla retorica. Si occupa soprattutto di Sei e Settecento, pur senza escludere altre aree cronologiche, compreso il Novecento.
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