Riforma fiscale e identità regionale
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Questo volume ricostruisce i complessi passaggi che, tra il 1815 e il 1853, condussero all’estimo fondiario e immobiliare del regno Lombardo-Veneto. Il «nuovo censo» fu nella sostanza l’estensione del vecchio «censo teresiano» alle terre dell’ex repubblica Serenissima, sino alle province di Bergamo e Brescia. Già a inizio Ottocento, durante la dominazione francese, si puntò a riformare i vecchi registri censuari della Serenissima. Con il ritorno degli austriaci in Italia, Francesco I, il 23 dicembre 1817, firmò il decreto per un estimo nel Lombardo-Veneto su base geometrico-particellare. Il 27 gennaio 1818 fu istituita la Giunta del censimento, una magistratura speciale per la gestione dell’esperimento catastale. La costruzione del nuovo censimento ebbe come primo obiettivo stimare la rendita dei cespiti imponibili e, conseguentemente, eliminare le sperequazioni impositive tra le province lombarde e venete, configurando l’operazione come vera e propria riforma della fiscalità fondiaria. Biografia dell'autoreAndrea Locatelli ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia economica presso l’Università Bocconi di Milano. Attualmente è titolare di un assegno di ricerca nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. Ha svolto ricerche nel campo della storia d’impresa e i suoi interessi di studio sono rivolti in particolare allo sviluppo economico e sociale dell’Italia e della Lombardia in età contemporanea. Sul tema del catasto e dell’imposta fondiaria ha pubblicato: “L’istituzione della Giunta per il ‘nuovo censo’ nel Regno Lombardo-Veneto (1814-1818)”, in “Temi e questioni di storia economica e sociale in età moderna e contemporanea. Studi in onore di Sergio Zaninelli”, Vita e Pensiero, Milano 1999. |
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