Dalla Grecia all'Europa
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La ricerca di materie prime, soprattutto metalli, spinse i Greci a stabilire contatti commerciali non solo nel Mediterraneo orientale ma anche verso occidente, sia con l’Italia sia con le regioni europee più interne. Le tappe delle rotte seguite nel Mediterraneo sono segnate, fin dal periodo miceneo, soprattutto dal rinvenimento di ceramiche di produzione greca in contesti indigeni. Con la ripresa dei contatti commerciali all’inizio dell’età del Ferro, in Italia è soprattutto il rapporto con gli Etruschi e con le popolazioni indigene dell’Italia meridionale a favorire scambi regolari e duraturi; dal periodo arcaico verranno raggiunte anche le regioni dell’Europa centrale, seguendo i principali itinerari marittimi e fluviali: dall’Adriatico al delta del Po e di lì fino ai passi alpini, e dal Tirreno fino alla foce del Rodano e ai centri celtici della cultura hallstattiana.
Come merci di scambio i Greci offrivano i prodotti dell’artigianato (ceramica fine da mensa) e dell’agricoltura (vino e olio); alla circolazione di beni e merci, comuni e di particolare pregio, si accompagnava anche quella di abitudini e pratiche sociali, che influenzavano le società e le culture con le quali venivano a contatto. In genere, l’interesse degli studiosi ha privilegiato le merci che potevano essere messe in relazione con effettivi intenti commerciali.
Il libro Dalla Grecia all'Europa (che raccoglie gli Atti di una giornata di studi tenutasi nella sede bresciana dell’Università Cattolica) analizza invece la circolazione anche di quei prodotti più rari, costituiti dai beni di lusso, legati soprattutto alla pratica del banchetto conviviale – quali ceramiche figurate e vasellame in bronzo – per verificare non solo gli itinerari seguiti ma anche l’influsso esercitato sulla cultura e sull’arte figurativa delle popolazioni, concentrandosi in particolare sulle realtà costituite dai contesti indigeni dell’Italia e dell’Europa hallstattiana dall’inizio del VI a tutto il V secolo a.C. Contributi di: S. Casini (Museo Archeologico di Bergamo); R.C. De Marinis (Università degli Studi, Milano); A.E. Fossati (Università Cattolica, Brescia); E. Lippolis (Università «La Sapienza», Roma); P. Melli (Soprintendenza Archeologica della Liguria); C. Tarditi (Università Cattolica, Brescia) Biografia dell'autoreChiara Tarditi è ricercatore e docente di Archeologia Classica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia. |
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