Il Battistero di Parma
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Perché tanta bellezza intorno al sacro? L’antico interrogativo si impone, in tutta la sua pregnanza, al visitatore, quasi sopraffatto di fronte al capolavoro di Benedetto Antelami: la pietra ottagonale del Battistero di Parma. Riconosciuto come uno dei capolavori assoluti dell’Occidente medievale, il Battistero resta oggi, con forza e fascino intatti, simbolo della Chiesa nella città degli uomini. Questa monumentale clessidra, pensata come una cattedrale più che per una cattedrale incarna infatti l’ambizioso progetto di ‘chiesa totale’, spazio sacro di congiunzione tra terra e cielo. Lo testimoniano la solennità degli ingressi, l’imponenza della volta a cupola, la perfezione dell’ottagono, le decorazioni che avvolgono l’esterno e l’interno esibendo l’architettura di una vera e propria summa theologiae, la cui sofisticata ricchezza nulla toglie all’immediatezza espressiva e comunicativa delle immagini. Difficile restituire questa peculiare sintesi estetico-teologica. Eppure è ciò che qui si cerca di fare: nei testi di alcuni tra i maggiori esperti di discipline assai diverse – dalla storia dell’arte alla liturgia, dalla teologia alla letteratura –; nelle suggestive immagini di oltre cento pagine a colori; nella puntuale analisi iconologica dei due programmi iconografici del Battistero (quello scultoreo e quello pittorico), ora di più sicura e densa leggibilità grazie al restauro integrale dell’opera, completato proprio in occasione dell’ottavo centenario della sua fondazione (1196-1996). Prende così luce e vita l’universo simbolico di un monumento il cui valore artistico rimanda costantemente a una precisa funzione liturgica. Esso ci parla di un Medioevo inedito, lontano da nostalgie romantiche e dall’immaginario estetizzante di questi tempi tanto in voga, capace di un’intuizione lungimirante. Quella di un umanesimo cristiano rigorosamente evangelico, eppure laico nella sua consapevolezza dell’umana condizione, dal respiro universale. Accade a Parma, sull’antica via romea, agli esordi del secondo millennio. Alla pietra e al colore si imprime la forma unitaria di un’idea vigorosa, che si fa quasi visione. Ciò che essa celebra, infatti, ancora non esiste. Sarà oggetto di lunga e faticosa ricerca nei secoli a venire. Conserva oggi, nella fastosa ma solida perfezione del Battistero, il suo significato ‘profetico’ per la Chiesa in cammino verso il terzo millennio.
Con contributi di: Gianfranco Ravasi, Heinrich Pfeiffer, Pasquale Iacobone, Marco Navone, Inos Biffi, Emma Simi Varanelli, Alessandro Rovetta, Serena Colombo, Marco Rossi, Giorgio Schianchi, Vincenzo Gatti, Paolo Siniscalco, Alberto Siclari, Maria Pia Ciccarese, Pierangelo Sequeri.
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