La scena dei mutamenti
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La società dello spettacolo amplifica gli orizzonti dell’immaginario collettivo e trasforma le relazioni umane entro le grandi reti del consumo culturale di massa, con la seduttività dei suoi feticci e delle sue illusioni. Il destino del teatro non può affermarsi che in una aperta difformità da queste tendenze. Ma, come diceva Jouvet, «un nuovo ordine teatrale è possibile solamente grazie a un lungo disordine». Ciò esige la ripresa di una coscienza utopica, che si confronti con la genesi del gioco, del rito e del teatro, con le ragioni profonde della poesia, riprendendo anche il contatto con i processi collettivi e con l’orizzonte della città in particolare. A una drammaturgia comunitaria sono necessari dei radicamenti stabili in un territorio per ricreare una cultura di gruppo, in grado di costruire nuove relazioni e una ricchezza di scambi simbolici che si sviluppi in un riordinato orizzonte antropologico. Questo comporta un’inversione di tendenze, che smobiliti apparati ed egemonie dello spettacolo, per dare spazio a piccoli gruppi e a una rete istituzionale capace di garantire le forme di una teatralità diffusa. La rifondazione del teatro esige che si torni a pensare la scena come luogo di forti intenzionalità etiche, civili, artistiche, muovendo dalla decostruzione di sistemi storicamente dati, come orditura di forme e di convenzioni chiuse. Occorre perciò mettere in questione lo statuto della rappresentazione ed esplorare nuovi modelli performativi, aperti a trasformazioni reali di poetiche e di linguaggi, a più articolate strategie educative, in un fervido dialogo tra culture artistiche e comunità di appartenenza.
Biografia dell'autoreSisto Dalla Palma è docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università Cattolica di Milano. Alla ricerca e all’attività didattica ha sempre affiancato interessi orientati sulla prassi, in modo da garantire il costante collegamento della riflessione accademica con la ricerca sperimentale e con l’organizzazione culturale. È stato ai vertici di amministrazioni pubbliche e private, tra l’altro come presidente del Piccolo Teatro di Milano, segretario generale della Biennale di Venezia, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, presidente della Fonit Cetra, consociata RAI nel campo delle comunicazioni. È stato direttore del Settore Teatro della Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali di Milano e membro del Consiglio Nazionale dello Spettacolo. Ha fondato il CRT - Centro di Ricerca per il Teatro di Milano - di cui è presidente e direttore artistico. Per i tipi di Vita e Pensiero ha pubblicato: La sacra rappresentazione di Lorenzo il Magnifico (1965); e ha curato l’edizione per la scena del Diario di un curato di campagna di Georges Bernanos (1992); Il teatro e gli orizzonti del sacro (2001).
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