Spazio e mobilità nella “Societas Christiana” (secoli X-XIII)
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Nell’ultimo decennio la medievistica europea ha modificato il concetto di ‘spazio’, definendolo come ‘oggetto’, e non come ‘quadro’ entro il quale lavora lo storico. Si tratta della ‘svolta spaziale’ o spatial turn, che propone come tema di indagine lo spazio sociale, quello creato dai ‘rapporti di parole’ che legano tra loro gli uomini che operano entro l’ambito della civitas o dei centri organizzativi politici e religiosi del mondo rurale. Il vecchio concetto di territorio, caro agli storici del diritto, è oggi considerato troppo rigido per descrivere la pluralità di funzioni che si esercitano su di esso, da quelle giurisdizionali a quelle fiscali e di leva militare. Al contrario sfuggono altre realtà organizzative, come quelle parrocchiali, agrarie, pedologiche e, a tratti, quelle linguistiche. Alcuni studiosi hanno utilizzato il concetto di ‘cospazialità’, ma in ogni caso è emerso in modo evidente che lo spazio è un fattore capace di condizionare il comportamento sociale. Quanto di tale problematica è oggi presente nella storiografia più recente in rapporto all’età medievale? A questa domanda gli autori del volume hanno voluto rispondere, offrendo la loro prospettiva.
Biografia dell'autoreGiancarlo Andenna è professore emerito di Storia Medievale dell’Università Cattolica di Milano. Dal 2013 è Accademico dei Lincei. Fa parte del Consiglio direttivo del FOVOG con sede presso l’Università di Dresda e del CESIME dell’Università Cattolica, sede di Brescia. È direttore della rivista di storia ecclesiastica «Novarien». Di recente ha curato, con L. Gaffuri e E. Filippini, «Monasticum Regnum». Religione e politica nelle pratiche di governo tra Medievo ed Età moderna, Berlino 2015 e, con E. Filippini, Responsabilità e creatività. Alla ricerca di un uomo nuovo. Secoli XI-XIII, Vita e Pensiero, Milano 2015.
Nicolangelo D’Acunto ha studiato alla Scuola Normale di Pisa, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia e Direttore del Centro studi sulla storia degli insediamenti monastici europei (CESIME). Tra i suoi volumi: I laici nella Chiesa e nella società secondo Pier Damiani. Ceti dominanti e Riforma ecclesiastica nel secolo XI, Roma 1999; «Nostrum italicum regnum»: aspetti della politica di Ottone III, Milano 2002. Ha curato, con M. Bassetti, Storia di Bonfilio. Un monaco vescovo alla prima crociata, Spoleto 2017.
Elisabetta Filippini è ricercatrice di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica, sede di Brescia. È autrice di Questua e carità. I canonici di Sant’Antonio di Vienne nella Lombardia medievale, Novara 2013. Con G. Andenna e C.D. Fonseca ha curato I Templari. Grandezza e caduta della ‘Militia Christi’, Vita e Pensiero, Milano 2016. |
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