Il volume, dedicato a Sebastiano Castellion (1515 1563), antesignano del protestantesimo liberale riformato di singolare importanza per la sua opposizione ai temi filosofici e teologici del protestantesimo ortodosso di Giovanni Calvino, ha una sua precisa economia: fornire i presupposti teoretici per la lettura dei Dialogi IV (De predestinatione - De electione - De libero arbitrio - De fide), destinati a dare il nome a una silloge che riuniva anche altri trattatelli e polemiche pubblicati postumi per la sollecitazione di Fausto Sozzini - il quale ne stese anche una prefazione sotto lo pseudonimo di Felix Turpio Urbevetanus - e dei suoi amici: l'editore Perna, invano celato sotto uno pseudonimo che non lo sottrasse a un procedimento contro di lui da parte dei censori di Basilea, fu lo stampatore della silloge uscita a Basilea nel 1578.
Questo saggio comprende due parti distinte: la prima e intesa a mostrare sia il presupposto filosofico della divina potenza onniassorbente di G. Calvino, condizionante il determinismo relativo e la tema condanna di creature irresponsabili; sia il ruolo di S. Castellion, umanista di classe, dapprima ammiratore del riformatore ginevrino, poi suo fiero oppositore per la difesa degli umani valori, in una polemica talora sottile, solitamente equilibrata, contro le tesi filosofico-teologiche dei calvinisti, rappresentata dai Dialogi IV sia la originale continuazione ed separazione dei temi castellioniani, operata da F. Sozzini, con particolare riferimento agli stessi dialoghi. La seconda parte, denominata significativamente castellioniana, permette, con le notizie sulla drammatica esistenza dell'umanista riformato e sulla sua vastissima bibliografia, la questione delle interpolazioni che si trovano nel manoscritto usato per la stampa, per presentare poi la traduzione dei Dialogi IV, realizzata per la prima volta in lingua italiana e corredata da note.
Novità del volume quindi, inteso a far conoscere un riformato di rilievo, ancora seguito nostri giorni, ma quasi ignorato in Italia e poco studiato sotto l'aspetto teologico-filosofico rappresentato pratico la mente dai Dialogi IV - anche dagli specialisti stranieri che ne hanno invece privilegiato, talora, quelle stigmate di dissoluzione della religione nell'etica, già in nuce nella speculazione di Castellion: più spesso, le sue coraggiose polemiche per la difesa della tolleranza religiosa. Motivi tutti sviluppati da Fausto Sozzini e trasmessi al grande protagonista della libertà religiosa: Benedetto Spinoza.
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