Il focolare elettronico
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Alla metà degli anni Cinquanta, la televisione fa il suo ingresso nelle case degli italiani accolta da un clima ambivalente, sospeso fra toni miracolistici d’entusiasmo e sentimenti di diffidenza e sospetto. La percezione netta era quella di un cambiamento di portata epocale proprio perché coinvolgeva lo spazio intimo e privato della casa. Attraverso l’analisi di un composito mosaico di fonti, che va dall’iconografia pubblicitaria dell’epoca ai discorsi conservati nella stampa popolare, dai primi quiz della Rai alle testimonianze dei primi spettatori televisivi, Cecilia Penati ricostruisce la storia culturale della diffusione domestica della televisione in Italia nel periodo di istituzionalizzazione del medium. Portando un contributo italiano a una tradizione ben radicata nel panorama dei Television Studies internazionali, con cui costruisce un costante dialogo, Il focolare elettronico documenta come il percorso storico di ambientamento della televisione nella sua ‘nicchia’ per eccellenza, lo spazio domestico, sia stato più tortuoso e meno scontato di quanto si potrebbe pensare. Il libro esplora le principali ‘culture di visione’ che hanno caratterizzato la fase ‘archeologica’ del medium, approfondendo le ritualità legate a una fruizione altamente partecipativa e collettiva nei luoghi pubblici, ricostruendo gli interventi della Rai e dei marchi di elettronica di consumo per definire il televisore come oggetto domestico, raccontando le trasformazioni impresse ai modi di concepire lo spazio della casa dalla presenza del nuovo mezzo di comunicazione. Elettrodomestico, oggetto di design, prodigio tecnologico; diverse immagini emergono in controluce: un moderno focolare capace di riunire di nuovo la famiglia dopo gli anni della guerra, una ‘risorsa sociale’ capace di dare vita a nuove forme di interazione e aggregazione, una finestra conturbante destinata a trasferire in casa il ‘mondo là fuori’, esponendone lo spazio protetto ai fantasmi sociali più inquietanti.
Biografia dell'autoreCecilia Penati è dottore di ricerca in Culture della comunicazione. Dal 2012 è assegnista di ricerca presso la Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica di Milano, dove insegna «Linguaggi della radio e della televisione». Presso la stessa università svolge attività di ricerca sui testi e le forme di consumo della televisione al Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi), e insegna «Analisi del testo televisivo convergente» al Master Almed «Fare Tv. Gestione, Sviluppo, Comunicazione». Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia della televisione in volumi collettanei e riviste scientifiche, italiane e internazionali. |
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