L' impressione del film
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Quale è stata l'impressione del film presso il pubblico, popolare e colto, che per primo è entrato in contatto con il nuovo mezzo? E quali oggetti, soggetti, quali forme di spettacolo, quali saperi circolanti nella cultura e nella società italiana del tempo sono stati considerati degni di venire impressionati sulla pellicola?
Nel quadro di una storia culturale, Elena Mosconi indaga i modi e le pratiche con cui il cinema ha acquisito nel tempo visibilità e legittimazione nel contesto sociale italiano. La ricerca esplora i diversi ambiti che il medium cinematografico sollecita nell'atto di costituirsi – e poi di imporsi – come dispositivo di spettacolo: la produzione e il consumo, l'insieme dei discorsi accreditati (la critica, i tentativi di teorizzazione) e i saperi diffusi a livello popolare. È dal loro continuo sovrapporsi e interagire che il cinema assume configurazioni provvisorie (a livello di temi, generi, rappresentazioni) destinate a reagire a ogni variazione di uno degli elementi del sistema. Dalle sue origini, e fino all'avvento del sonoro (1895-1929), il cinema costruisce la propria specificità soprattutto in rapporto ad altre serie culturali e pratiche spettacolari, mentre negli anni successivi (1930-1945) la sua legittimazione si gioca soprattutto in rapporto al potere politico, al processo di modernizzazione sociale e alla diffusione dell'industria culturale. L'analisi dei generi popolari (il comico, i film di Mattoli), del divismo (Isa Miranda), del rapporto tra cinema e altre arti (musica e pantomima), dei luoghi di spettacolo (il politeama), di alcuni testi diffusi attraverso più media (film su san Francesco, Addio giovinezza, Ballo Excelsior) documenta, lungo strade finora poco battute dalla ricerca, come il cinema abbia impresso il suo dinamismo meccanico nella storia e nella cultura contemporanea. Biografia dell'autoreElena Mosconi insegna Storia e critica del cinema presso l’Università Cattolica di Milano. Ha svolto ricerche sul cinema milanese (Un secolo di cinema a Milano, a cura di R. De Berti, Milano 1996), sulle forme del consumo cinematografico (Spettatori. Forme di consumo e pubblici del cinema in Italia 1930-1960, Roma-Venezia 2002, curatela con M. Fanchi), sul rapporto tra cinema, processi sociali e forme di modernizzazione. Partecipa all’attività scientifica della Fondazione Cineteca Italiana di Milano, per la quale ha curato i quaderni: L’oro di Polidor. Ferdinand Guillaume alla Cineteca Italiana (Milano 2000), I manifesti tipografici del cinema. La collezione della Cineteca Italiana 1919-1939 (con R. Della Torre, Milano 2001). Ha collaborato a riviste italiane e internazionali e alla Storia del cinema italiano promossa dalla Fondazione Scuola Nazionale di Cinema. Di recente ha curato Charlie Chaplin. Luci dell’arte (Milano 2005) e Spettatori italiani. Riti e ambienti del consumo cinematografico (1900-1950) (con F. Casetti, Roma 2006). |
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