Erich Przywara (1889-1972), filosofo e teologo tedesco, è stato una delle figure più interessanti nel panorama del pensiero cattolico preconciliare. La sua tematizzazione dell'analogia ontologica (analogia entis) è divenuta, anche in seguito a un'accesa disputa con Karl Barth, un luogo canonico della metafisica contemporanea. Questo volume, proposto in edizione rilegata, offre la prima traduzione integrale dell'opera con cui Przywara ha compiuto lo sforzo più intenso per dare una sistemazione teorica organica al proprio principio metafisico. In questo libro, apparso inizialmente nel 1932 e in seconda edizione ampliata nel 1962, egli dimostra come la teoria dell'analogia ontologica, rigorosamente fondata sul principio di non contraddizione, sia quella che meglio corrisponde all'idea generale della metafisica. Una metafisica analogica è una metafisica basata sul principio della reciprocità. Il ritmo analogico del «dentro-sopra» (I'assoluto che è contemporaneamente dentro ma anche al di là del contingente) implica che la metafisica, in quanto fenomeno del mondo creaturale, non può procedere secondo strutture «pure» o «incondizionate», giacché la verità creaturale non sta mai in una singola tesi, ma oscilla sempre ritmicamente tra tutte le tesi contrapposte. Ogni forma di assolutizzazione tradisce dunque il carattere creaturale della metafisica, tanto che anche il principio analogico non si impone per un proprio ipotetico valore incondizionato, ma solo per la volontà «sovra-analogica» del creatore. Przywara ha prodotto una quantità innumerevole di scritti di filosofia, teologia, spiritualità, e di componimenti lirici. Alcuni suoi lavori teoreticamente rilevanti sono stati raccolti nella collezione delle Opere in tre volumi, edita dalla Johannes-Verlag nel 1962. In italiano è apparso L'uomo. Antropologia pragmatica, tradotto da Vittorio Mathieu per Fabbri.
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