Vade mecum in tribulatione
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Il Vade mecum in tribulatione è l’opera più celebre del profeta Giovanni di Rupescissa, il frate minore alvergnate che, arrestato nel 1349 e inizialmente detenuto in un carcere dell’ordine francescano, fu poi trasferito in una prigione papale ad Avignone e liberato solo alla vigilia della morte (1366). Nelle sue prigioni Giovanni viene progressivamente a conoscenza dell’intero patrimonio dei testi profetici medievali, che trascrive e interpreta per costruire un sistema previsionale dei tempi finali unitario e coerente. Nei venti brevi capitoli (chiamati “intenzioni”) del Vade mecum, il frate fissa i tratti delle imminenti tribolazioni e i modi per non esserne travolti, in attesa del successivo inizio dei mille anni di pace preconizzati nel libro dell’Apocalisse, e riporta attese apocalittiche e profili messianici entro un lessico profetico originale, destinato a notevole fortuna nei secoli successivi, come dimostra la rapida diffusione dell’opera in tutta Europa, sia nella versione originale latina sia nei volgarizzamenti prodotti in sette lingue.
Il volume offre la prima edizione critica del testo latino del Vade mecum, allestita da Elena Tealdi sulla base dei 46 manoscritti superstiti, la maggior parte dei quali venuti per la prima volta alla luce in questo lavoro. Il commento della curatrice e le ampie introduzioni di Robert E. Lerner e di Gian Luca Potestà permettono di scorgere in controluce le tensioni spirituali e le attese riformatrici diffuse in ampi settori della Chiesa alla vigilia del Grande Scisma. Biografia dell'autoreElena Tealdi è dottore di ricerca in Storia del cristianesimo. Collaboratrice del Dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica di Milano, è segretaria di redazione della rivista “Annali di Scienze Religiose” e direttrice della collana “Letture cristiane del secondo millennio”.Robert E. Lerner è professore emerito di Storia medievale presso la Northwestern University (Evanston, IL). Tra le sue opere, sono tradotte in italiano Refrigerio dei santi. Gioacchino da Fiore e l’escatologia medievale (1995), La festa di sant’Abramo. Millenarismo gioachimita ed Ebrei nel Medioevo (2002), Scrutare il futuro. L’eredità di Gioacchino da Fiore alla fine del Medioevo (2008).
Gian Luca Potestà è ordinario di Storia del cristianesimo presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue opere più recenti, l’edizione critica degli Scripta breviora di Gioacchino da Fiore (in coll. con A. Patschovsky, 2014) e L’ultimo messia. Profezia e sovranità nel Medioevo (2014).
Articoli che parlano di Vade mecum in tribulatione:
Il profeta degli anticristi, del papa angelico e del millennio
(Eventi)
Giovedì 3 dicembre ore 17.00 in Libreria Vita e Pensiero convegno su “Vade mecum in tribulatione" di Giovanni di Rupescissa.
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