La responsabilità del pensare
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La responsabilità del pensare riunisce i saggi ermeneutici editi da
Gadamer in seguito alla pubblicazione delle sue grandi opere. Tali saggi
sono stati sapientemente suddivisi dall’Autore in quattro parti, che
corrispondono ai temi fondamentali del suo pensiero: "Ermeneutica come
filosofia", "Sulla storia universale del pensare", "Sulla trascendenza
dell’arte", "Alétheia"; la quinta parte, che porta il titolo di
"Glosse", non sviluppa un tema, ma una passione del filosofo: commentare
poesie. Questi titoli rappresentano le tracce fondamentali del pensiero
di Gadamer, a cominciare da "Ermeneutica come filosofia", che pone il
tema essenziale del rapporto tra teoria e prassi mostrando la mutua
appartenenza di questi due momenti. Che cosa è infatti la filosofia
ermeneutica secondo Gadamer? Sapere pratico, saggezza o, detto nel
linguaggio aristotelico, phronesis, quale base della nostra
responsabilità. È la presa di coscienza che la verità non equivale a una
impossibile oggettività del giudizio, e nemmeno alla conoscenza, ma alla
manifestazione e alla crescita di senso in base a quella che il filosofo
chiama la ‘fusione degli orizzonti’. In questa crescita di senso la
storia, come l’opera d’arte, non è più vista come qualcosa di cui la
coscienza dovrebbe appropriarsi mediante un giudizio oggettivo, ma come
l’intero processo del manifestarsi che si compie in se stesso attraverso
il nostro comprendere. Tale forma di verità può solo essere chiamata con
un nome greco, posto come titolo della quarta parte della raccolta:
"Alétheia", ovvero il ‘tirar fuori’ per un baleno il senso originario
dell’essere che illumina la nostra esistenza. Allo stesso concetto di
verità è legata anche l’opera d’arte, nonostante l’arte contemporanea
sembri mettere in crisi l’identità dell’opera, come Gadamer mostra nel
saggio "Il concetto di arte nel suo mutamento". L’esperienza artistica è
esperienza della trascendenza, ed è per questo legata inscindibilmente
all’esperienza religiosa. La sua verità sta nel potere, o forse nel
dovere sempre ricominciare di nuovo. Proprio in questo dover
ricominciare sempre di nuovo, nella teoria e nella prassi, nella storia
e nell’arte, consiste da ultimo la responsabilità del pensare.
Biografia dell'autoreHans-Georg Gadamer (Marburgo 1900 - Heidelberg 2002) ha studiato filologia classica e filosofia a Marburgo e Friburgo; si è addottorato con Paul Natorp nel 1922 e ha conseguito la libera docenza con Heidegger nel 1929, con il lavoro che divenne poi il libro "L’etica dialettica di Platone" (1932). Chiamato come ordinario a Lipsia (1938), dove fu anche rettore (1945-1947), insegnò poi a Francoforte e infine, dal 1949, a Heidelberg. Nel 1960 pubblicò la sua opera principale, "Verità e metodo", dopo un lungo periodo di elaborazione. Dal 1985 al 1995 è uscita l’edizione intera delle sue opere, in dieci volumi. Tra i suoi scritti tradotti in italiano ricordiamo, oltre a "Verità e metodo", voll. I e II (1973-1995), "Il problema della coscienza storica" (1969), "La dialettica di Hegel" (1973), "La ragione nell’età della scienza" (1982), "Studi platonici", voll. I e II (1983-1984), "L’attualità del bello" (1986), "L’inizio della filosofia occidentale" (1993), "Là dove si nasconde la salute" (1994). |
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