Spirito nel mondo
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Informazioni importantiEdizione rilegata |
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Karl Rahner (1904-1984) inizia i suoi studi filosofici nel noviziato dei Gesuiti a Feldkirch (1924-1925) e li prosegue poi a Pullach fino al 1927. Determinante in questi anni è l'incontro con l'opera di J. Maréchal, che lasciò una profonda impronta nella sua riflessione. Rahner non rinnegò mai l'ambiente spirituale di questi suoi primi studi: il pensiero metafisico di Tommaso e la filosofia trascendentale di Maréchal. Dopo alcuni anni dedicati allo studio della teologia (Valkenburg, 1927-1933) egli ritorna a Freiburg i.B., sua città natale, dove si iscrive alla facoltà di filosofia frequentando i corsi di M. Heidegger, legato da una profonda affinità spirituale a G. Siewerth, B. Welte, M. Muller, J.B. Lotz.
L'incontro con Heidegger costituisce il secondo momento decisivo della formazione filosofica di Rahner che lo porta oltre Maréchal verso la problematica della ontologia fondamentale, costringendolo a ripensare il problema della finitezza temporale dell'uomo in rapporto alla comprensione dell'essere. La sua dissertazione filosofica, dedicata alla metafisica della conoscenza di Tommaso d'Aquino che egli cerca di fondare in una ripresa della filosofia trascendentale muovendo dalla soggettività, viene edita per la prima volta nel 1939 per i tipi di F. Rauch con il titolo Geist in Welt e subito definita da J. De Vries “un libro con una forza speculativa inconsueta e stimolante... senza dubbio una delle opere più significative apparse negli ultimi anni nella filosofia scolastica”. La sua tesi afferma che il discorso metafisico di Tommaso riguarda anche la capacità conoscitiva dell'uomo, e perciò deve comprendere la conoscenza della natura dell'uomo, della sua anima, della sua facoltà intellettiva, ossia l'antropologia e la psicologia aristotelica. Il carattere trascendentale riconosciuto in questo discorso non vuole indicare in alcun modo un limite kantiano, ma solo sottolineare che la considerazione del pensato richiede la considerazione del pensante. La legge dell'essere è infatti la stessa legge del logos e del logos l'uomo può avere un'esperienza originale e per ciò fondante: nei modi della coscienza si possono in definitiva riconoscere le condizioni per l'apparire dell'essere. D'altra parte la reciprocità di essere e logos implica anche che l'essere sia logicamente anteriore alla conoscenza, non come conseguenza, ma come principio del conoscere. In altri termini si può anche dire che la conoscenza è originariamente riconoscenza. Per mantenere sempre viva questa tensione dello spirito, in cui s'intrecciano in un'unità la questione dell'essere e la questione dell'uomo, Rahner supera la prospettiva husserliana, appoggiandosi piuttosto a quella di Heidegger. Ma, per altra via, sullo sfondo di questa ricerca, Rahner continua a tener ferma anche la grande tradizione del pensiero tomista ed infine può così dire che il suo lavoro non intende realizzare una «critica della conoscenza», ma, ben più radicalmente, vuole elaborare una «metafisica della conoscenza». |
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