Il dilemma della cooperazione
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All’origine del ‘dilemma’ della cooperazione vi è un paradosso. Quando non è possibile escludere alcun individuo dai benefici di un’azione collettiva, non partecipare, sperando nella buona volontà altrui, sembra rappresentare il corso di azione più vantaggioso per il singolo attore. Il risultato è che la cooperazione appassisce ancor prima di nascere, e il bene collettivo non viene raggiunto. Eppure, a dispetto del risultato teorico, diversi riscontri empirici mostrano che, anche in contesti debolmente normati, la tensione tra razionalità individuale ed efficienza sociale può essere risolta.
Come spiegare, dunque, l’apparire della cooperazione? Partendo dal concetto di capitale sociale, inteso come l’insieme di aspettative generato da un’estesa partecipazione civica, e studiando il funzionamento di una specifica politica di sviluppo, il microcredito, in una regione dell’Etiopia, Luigi Curini mostra come la cooperazione sia un mondo di possibilità piuttosto che di necessità, in cui le prescrizioni universali vengono sostituite da più modesti suggerimenti, da sottoporre a costante e attenta verifica. Le conclusioni lasciano spazio a un cauto ottimismo: il capitale sociale, o almeno quello di un ‘certo tipo’ (aperto e non chiuso), può fare la differenza, facilitando, anche in contesti frammentati, una diffusa cooperazione dal basso a supporto di traiettorie sostenibili di sviluppo. In tutto questo, lo spazio per la politica non perde centralità, diventa solo meno appariscente. Per promuovere in modo efficace l’azione collettiva e la cooperazione, la strada migliore non è trasferire o imporre soluzioni dall’esterno, ma facilitare (e quindi orientare) indirettamente l’auto organizzazione: «sviluppare e allenare delle aspettative di cooperazione (specie se aperte) richiede una palestra civica; in assenza di quest’ultima, anche le prime, fatalmente, si indeboliranno». Biografia dell'autoreLuigi Curini è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi sociali e politici dell’Università degli Studi di Milano. è autore di diversi saggi che applicano la teoria della scelta razionale allo studio della politica. |
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