Le tonalità emotive
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La vita è sempre emotivamente ‘intonata’. Gli stati d’animo dell’allegria e della tristezza, dell’euforia e dell’angoscia, della felicità e della malinconia – ma anche le situazioni apparentemente ‘apatiche’ come quelle della noia e dell’indifferenza – pervadono l’esistenza e le conferiscono, di volta in volta, una ‘tinta’ particolare. È solo all’interno di questa sorta di atmosfera emozionale che avviene l’incontro con il mondo: la percezione dello spazio e del tempo, il contatto con le cose e le persone. Le tonalità emotive stanno a fondamento di tutta la vita psichica: sono i modi del sentire che connotano e trasformano la realtà, schiudendo – o precludendo, a seconda dei casi – le molteplici forme dell’essere-nel-mondo.
Il trattato di Otto Bollnow riveste un significato particolare dal punto di vista dell’antropologia filosofica, psichiatrica e pedagogica: analizza la natura e la fenomenologia delle tonalità emotive e ne discute le implicazioni psicologiche ed etiche, dialogando con pensatori come Kierkegaard, Scheler, Heidegger, Jaspers, Binswanger, ma anche con poeti e scrittori come Goethe, Hölderlin, Baudelaire, Proust, Huxley. Come rileva Eugenio Borgna nella Prefazione, esistono «pochi libri che sappiano, come questo, aiutarci nella comprensione delle tonalità emotive: riguardate nelle loro molteplici connotazioni filosofiche e psicologiche. Un libro che filosofi e psicologi, psichiatri, educatori e operatori sociali dovrebbero leggere e studiare».
Le tonalità emotive costituiscono lo sfondo uniforme da cui – spesso inconsapevolmente – scaturiscono pensieri, sentimenti, decisioni e comportamenti. Esse sono la prima e più elementare forma di coscienza di sé e del mondo. Ogni relazione ne è intimamente intrisa e ogni significazione esistenziale trae da esse il suo senso più profondo. L’eplorazione delle tonalità emotive rappresenta dunque un irrinunciabile punto di partenza per i professionisti della cura e per quanti operano nell’ambito delle relazioni d’aiuto, ma anche per tutti coloro che intendano perseguire il difficile obiettivo di una migliore comprensione di sé e della propria umanità.
Biografia dell'autoreOtto Friedrich Bollnow (1903-1991), dopo aver studiato architettura, matematica e fisica, ebbe una formazione filosofica con G. Misch, H. Nohl e M. Heidegger. Nel 1938 ottenne una cattedra di Psicologia e Pedagogia all’Università di Gießen e nel 1953 subentrò a E. Spranger nella cattedra di Filosofia e Pedagogia presso l’Università di Tübingen, che tenne fino al 1970. La sua produzione scientifica spazia dalla storia della pedagogia alla filosofia dell’educazione, dall’antropologia filosofica alla psicologia, dalla fenomenologia all’ermeneutica. Tra i suoi volumi più significativi: Dilthey. Eine Einführung in seine Philosophie (1936), Das Wesen der Stimmungen (1941), Existenzphilosophie (1942), Einfache Sittlichkeit (1947), Die Pädagogik der deutschen Romantik (1952), Neue Geborgenheit. Das Problem einer Überwindung des Existentialismus (1955), Existenzphilosophie und Pädagogik (1959), Mensch und Raum (1963), Die pädagogische Atmosphäre (1964), Sprache und Erziehung (1966), Studien zur Hermeneutik, I-II (1982-1983), Zwischen Philosophie und Pädagogik (1988).
Daniele Bruzzone è ricercatore di Pedagogia generale e sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e insegna presso la sede di Piacenza. Si occupa di analisi esistenziale e filosofia dell’educazione e svolge attività di formazione sulla vita emotiva nel lavoro socio-educativo e sanitario. Tra le sue pubblicazioni, Autotrascendenza e formazione (Vita e Pensiero, 2001), Carl Rogers (2007), Ricerca di senso e cura dell’esistenza (2007), Pedagogía de las alturas (México 2008). Informazioni aggiuntivePrima ristampa: dicembre 2019 |
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