1926-1939 Circolo linguistico di Praga
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La città di Praga, «situata a un quadrivio di culture diverse», secondo l'espressione di Jakobson, non casualmente consentì fra le due guerre l'incontro di uno stuolo di studiosi dotati di spiccata personalità scientifica e provenienti da esperienze culturali assai diverse. Ne nacque il Circolo di Praga, una delle scuole della linguistica del Novecento, unanimemente riconosciuta dai contemporanei come ineludibile termine di confronto per la ricerca in atto. Le vicende drammatiche che segnarono questa stessa città fin dalla vigilia del secondo conflitto mondiale costrinsero - scomparse alcune figure di primo piano come Trubeckoj e Mathesius - al silenzio o all'«adattamento» chi era rimasto in patria, alla diaspora chi, come Jakobson, a motivo delle leggi razziali aveva dovuto lasciare la Cecoslovacchia: una diaspora feconda, vera disseminazione delle teorie del Circolo. Il silenzio sceso sul «laboratorio» praghese sarebbe stato interrotto, per breve tempo, solo a metà degli anni Sessanta per essere poi nuovamente imposto, fino all'ultima, recentissima ricostituzione del Circolo: 15 febbraio 1990. Questo testo, dedicato alla fase «classica» della sua storia - 1926-1939 - intende metterne a fuoco gli apporti teorici fondamentali, indagandone le profonde anche se non sempre evidenti connessioni: con la filosofia della scuola brentaniana e del primo Husserl o con la fonologia psicologistica di Baudouin de Courtenay, con il formalismo russo o con l'estetica herbartiana. Si delinea un coerente metodo strutturale e funzionale, interessato anche alla storia delle lingue e delle letterature, che viene evidenziato e messo alla prova in molteplici campi d'applicazione -dalla fonologia alla sintassi funzionale - con esiti che precorrono le acquisizioni successive della linguistica, in particolare testuale.
Biografia dell'autoreSavina Raynaud è ricercatrice presso il Dipartimento di Lingue e Letterature straniere dell'Università Cattolica del S. Cuore. Ha pubblicato il volume Anton Marty, filosofo del linguaggio. Uno strutturalismo presaussuriano, Roma 1982, dedicato allo studio di tematiche linguistico-filosofiche elaborate a Praga tra il 1880 e il 1914. Accanto alla ricerca storica (ha curato fra l'altro la Bibliografia sul mentitore, 1868-1980, in F. Rivetti Barbò, L'antinomia del mentitore. Da Peirce a Tarski, Milano 1986 e ha pubblicato gli articoli Intenzionalità e intenzioni. Alcune note sul pensiero di Anton Marty, «Verifiche» 1982 e Decodificazione e testo: la forma linguistica interna costruttiva «Verifiche» 1988), ha affrontato alcune questioni teoriche: Sull'ordine delle parole nella lingua inglese, in E. Rigotti. L'ordine delle parole come strategia intermedia, Milano 1986; Processi di strutturazione di testi: strutture e funzioni delle forme linguistiche di cortesia, in E. Rigotti - C. Cipolli (a cura di), Ricerche di semantica testuale, Brescia 1988. Al XXIV Congresso internazionale della S.L.I. (1990) ha presentato una comunicazione sulle Funzioni pragmatiche dei verbi modali, di prossima pubblicazione negli Atti. |
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