Metacritica dell'eros
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Forse mai, come nella nostra età, l'uomo ha posto in questione se stesso tentando una critica radicale delle proprie convinzioni, dei propri costumi, delle proprie istituzioni etiche, sociali, religiose. La vita dell'eros, che senza dubbio costituisce il nodo essenziale di ogni antropologia, è stata così investita da un giudizio critico senza precedenti. Ma si tratta poi di una critica che veramente risale alle radici dell'uomo? Le soluzioni prospettate per lo più in chiave di nuovi rapporti sociali o nel senso delle diverse ermeneutiche psicanalitiche non finiscono con l'occultare, pur nella loro legittimità, il senso più radicale dell'eros? E non si tratta allora di situarsi al di là della critica, con una ‘metacritica' che costituisca ad un tempo una chiave di lettura essenzialmente diversa? Con i saggi raccolti nel presente volume, Virgilio Melchiorre cerca appunto di porsi in questa prospettiva e, pur non trascurando i dovuti apporti delle scienze umane, tenta una rifondazione filosofica del concetto di eros. Anche il discorso sulla morte e quello sul gioco, che seguono a quello sulla dialettica dell'eros, vanno considerati in questa prospettiva nonostante l'apparente distanza dei campi tematici: la letteratura romantica ci ha ormai abituati a stabilire un nesso, positivo o negativo che sia, con la morte e con la gratuità del gioco esistenziale. Si pensi del resto, e per essere più attuali, alle proposte marcusiane sulla scia dispiegata già da Schiller. I saggi raccolti in questo volume potrebbero essere intesi appunto in questa prospettiva, anche se il loro impianto resta più saldamente legato per un verso alla più antica tradizione classica e per l'altro verso al metodo della fenomenologia husserliana.
Biografia dell'autoreVirgilio Melchiorre è nato a Chieti nel 1931.È professore ordinario di Filosofia morale presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università Cattolica di Milano. In precedenza ha insegnato la stessa materia presso l'Università di Venezia. Ha iniziato le sue ricerche con alcuni studi su Kierkegaard, volgendosi poi allo studio di Kant, Hegel, Marx, Gramsci, Mounier, Heidegger, Maritain ed altri autori contemporanei. Sul piano teoretico, la sua ricerca è volta a coniugare la fenomenologia trascendentale con i grandi temi della metafisica classica e del personalismo contemporaneo. Fra i suoi scritti si ricordano: Arte ed esistenza, Firenze 1956; 1I metodo di Mounier, Milano 1960, Il sapere storico, Brescia 1963; Sul senso della morte, Brescia 1964; La coscienza utopica, Milano 1970; L'immaginazione simbolica Bologna 1972, Ideologia, utopia, religione, Milano 1980; Essere e parola, Milano 1982, 1984; Corpo e persona, Genova 1987; Studi su Kierkegaard, Genova 1987. |
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