Laicità al plurale
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Il libro di Vittorio Morero è un saggio che sorprende per molte ragioni. Anzitutto si tratta di una riflessione sulla laicità della cultura condotta da un credente ben radicato nella propria tradizione religiosa. In secondo luogo, la riflessione stessa si propone come luogo di laicità: senza dare nulla di scontato in merito alla bontà delle proprie opinioni, e non mostrando alcun timore nel ravvisare debiti sostanziali di laicità in posizioni culturali che, invece, hanno fatto di quella categoria il proprio vessillo. L’indagine di Morero si dipana infatti come ricerca di una ‘laicità sostanziale’, identificabile in attitudini ‘universali’ e riconoscibili oltre gli steccati ideologici e i retaggi storici. Un’analisi vivace e appassionata che, dopo la presentazione dello status quaestionis, risale alle più genuine radici storiche della laicità cristiana e conclude disegnando il profilo di relazioni improntate a un autentico e rispettoso dialogo, nel segno di una relazione fra soggetti autonomi e distinti. Biografia dell'autoreVittorio Morero è sacerdote, direttore di un settimanale in Piemonte ed editorialista del quotidiano «Avvenire». Impegnato a livello pastorale e di ricerca, è autore di numerose pubblicazioni in settori quali la spiritualità, la sociologia religiosa, la teologia pastorale e la storia contemporanea. Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo: "Cristiani o clericali?" (Fossano 1994); "Il coraggio di pentirsi", un’analisi sul sacramento della riconciliazione; "Il catechismo dei non credenti" (Fossano 1999), un esame della fede cristiana vista da chi sta fuori dalla Chiesa; "Dodici lettere a Dio nostro Padre" (Fossano 1998) e "Farsi prete oggi?" (Cantalupa 2002) su un problema oggi assai scottante nella Chiesa: la vocazione al sacerdozio. |
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