Fecunda licentia
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La formula fecunda licentia esprime l’orgogliosa coscienza dell’essere poeta e del far poesia che è un tratto distintivo del sentire e del poetare ovidiani. Dagli atti delle giornate di studio che si svolsero nell’aprile del 2002 nelle sedi di Brescia e di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore emerge il riconoscimento, nelle opere giovanili, di una fecunda licentia come libero gioco di ripresa e variazione degli schemi elegiaci e dei topoi consolidati che esaurisce le possibilità del genere. Su questa linea sono state proposte anche nuove prospettive di interpretazione per la fase matura della poesia in elegi ovidiana, da quella grandiosamente romana, e pur così aperta agli influssi greci dei Fasti, alla poesia dell’esilio, che sa trasformare il lamento elegiaco in lamento dell’esule, non senza aprirsi, talvolta, a spunti di polemica arieggianti la poesia giambica.
Biografia dell'autoreContributi di: Paolo Fedeli (Università di Bari), Alessandro Barchiesi (Università di Siena ad Arezzo), Gianpiero Rosati (Università di Udine), Mario Labate (Università di Firenze), Rita Degl’Innocenti Pierini (Università di Firenze), Niklas Holzberg (Università di Monaco). |
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