La città e lo spettacolo
Teatri di formazione. Actio, parola e immagine nella scena gesuitica del Sei-Settecento a Milano

Anno:
2002
Il teatro ha occupato un ruolo centrale nella pedagogia gesuitica dell'età moderna, orientata alla formazione dell'uomo pubbli
€ 34,00
Il teatro e gli orizzonti del sacro

Anno:
2001
In un momento di crisi del teatro, occorre pensare la scena in un luogo delle origini, a cercarvi un supplemento di senso che non aiuti solo a spiegare la genesi del teatro, ma fornisca indicazioni e modelli per una ripresa di iniziativa che protegga il teatro dalla deriva del senso. Le riflessioni qui raccolte e sviluppate nell’arco di tanti anni, muovono dalle grandi matrici rituali del mondo antico, in cui la scena è il luogo dell’apparizione di Dio e poi della sua illustrazione e commento, del confronto col sacro sino al suo occultamento. Le matrici mitico-rituali costituiscono un sistema complesso, che organizza le relazioni sociali, protegge dal divenire della storia e le conferisce un senso. Le forti intenzionalità collettive presenti nelle strutture di festa, sono declinate nel corso del tempo in orizzonti prima religiosi, poi mondani e laici sino alla cancellazione e dispersione in atto nel nostro tempo. La dimensione della comunità è sempre sullo sfondo di questi ragionamenti, sia che riverberi nella condizione sofferta e affascinante dell’attore che si offre al coro come geroglifico vivente, sia che essa si manifesti come origine e fine di ogni rappresentazione nelle singolari traversate della scrittura operate da Dante, Manzoni, Bernanos: è questo un itinerario teatrale tutto mentale che si situa al vertice di un discorso, la cui polarità avversa è testimoniata da Artaud, che riapre il discorso sull’essenza della rappresentazione. La dialettica tra persona e comunità diventa così l’istanza ineludibile di una drammaturgia che cerchi di riprendere il colloquio col sacro, come nella lotta notturna di Giacobbe con l’angelo.
€ 16,00
Radio e Televisione. Teorie, analisi, storie, esercizi

Anno:
2000
Radio e televisione appartengono al nostro quotidiano: infaticabili costruttori di forme simboliche, miti e riti d'oggi, i due
€ 20,00
La musica a Milano, in Lombardia e oltre. Volume secondo

Anno:
2000
Il volume mette in luce il ruolo non certo secondario della musica a Milano e nelle province finitime con un repertorio fittissimo di comprimari, secondo uno scambio culturale non solo italiano ma europeo.
€ 38,00
Film, sapere, società. Per un'analisi sociosemiotica del testo cinematografico

Anno:
1999
Gli studi sui fenomeni storici e sociali legati al cinema da un lato e le analisi semiotiche dei testi filmici dall'altro hann
€ 15,00
Drammaturgia del comico. I libretti per musica di Carlo Maria Maggi nei «theatri di Lombardia»

Anno:
1998
Da un centro solo apparentemente separato e protetto quale fu il teatro di Vitaliano Borromeo nell’Isola Bella sul Lago Maggiore, promanano le linee di forza di una sperimentazione drammaturgica originale e innovativa che contrassegna il panorama delle forme teatrali del secondo Seicento milanese e lombardo. La drammaturgia musicale di Carlo Maria Maggi spicca nel variegato orizzonte della librettistica italiana del XVII secolo per l’impronta comica, briosa e finemente satirica, che è il portato di una vibrante e vigile tensione etica. Alimentata dalla formazione gesuitica, dalla cultura dei circoli accademici milanesi, dalla personale inclinazione per gli studi di filosofia morale, indagati nel volume, la scrittura drammatica di Maggi svela una sostanziale continuità di ispirazione che attraversa i molteplici generi teatrali sperimentati. Praticata fra teatro dei dilettanti e scena professionistica, fra spazi privati e luoghi istituzionali dello spettacolo nel perimetro urbano, nel rapporto con alcuni grandi mecenati patrizi lombardi e con i primi impresari teatrali attivi a Milano, in un intreccio di ambienti che la ricerca ricostruisce nella loro vivacità, la drammaturgia musicale di Maggi diventa l’occasione in cui il poeta dialoga con la comunità. In essa, la cifra del comico, evidenziata nell’analisi testuale ed esemplificata nella restituzione di due testi drammatici, filtra l’attitudine alla pungente osservazione dei costumi e veicola quelle spinte al rinnovamento morale e civile di cui il drammaturgo avvertiva la necessità.
€ 30,00
La musica a Milano, in Lombardia e oltre. Volume primo

Anno:
1996
1600-1900: tre secoli di storia attraverso musicisti che svolsero la loro attività a Milano, in Lombardia e poco oltre, insomma entro confini che talvolta vanno un poco dilatati dai circoscritti limiti regionali.
€ 34,00
La scena della gloria. Drammaturgia e spettacolo a Milano in età spagnola

Anno:
1995
La drammaturgia e lo spettacolo a Milano in età spagnola, fenomeni poco esplorati dagli studi, sono sistematicamente affrontati in questo volume a cura di Annamaria Cascetta e Roberta Carpani
€ 49,00
La scena dei mutamenti

Anno:
2001
La società dello spettacolo amplifica gli orizzonti dell’immaginario collettivo e trasforma le relazioni umane entro le grandi reti del consumo culturale di massa, con la seduttività dei suoi feticci e delle sue illusioni. Il destino del teatro non può affermarsi che in una aperta difformità da queste tendenze. Ma, come diceva Jouvet, «un nuovo ordine teatrale è possibile solamente grazie a un lungo disordine». Ciò esige la ripresa di una coscienza utopica, che si confronti con la genesi del gioco, del rito e del teatro, con le ragioni profonde della poesia, riprendendo anche il contatto con i processi collettivi e con l’orizzonte della città in particolare. A una drammaturgia comunitaria sono necessari dei radicamenti stabili in un territorio per ricreare una cultura di gruppo, in grado di costruire nuove relazioni e una ricchezza di scambi simbolici che si sviluppi in un riordinato orizzonte antropologico. Questo comporta un’inversione di tendenze, che smobiliti apparati ed egemonie dello spettacolo, per dare spazio a piccoli gruppi e a una rete istituzionale capace di garantire le forme di una teatralità diffusa. La rifondazione del teatro esige che si torni a pensare la scena come luogo di forti intenzionalità etiche, civili, artistiche, muovendo dalla decostruzione di sistemi storicamente dati, come orditura di forme e di convenzioni chiuse. Occorre perciò mettere in questione lo statuto della rappresentazione ed esplorare nuovi modelli performativi, aperti a trasformazioni reali di poetiche e di linguaggi, a più articolate strategie educative, in un fervido dialogo tra culture artistiche e comunità di appartenenza.
€ 20,00
Dallo schermo alla carta. Romanzi, fotoromanzi, rotocalchi cinematografici: il film e i suoi paratesti

Anno:
2000
Tra i primi anni Dieci e la metà degli anni Cinquanta del Novecento il consumo di film coinvolge un pubblico vasto e di divers
€ 15,00
Sulle orme dell'antico. La tragedia greca e la scena contemporanea

Anno:
1991
La scena teatrale ha sempre svolto un ruolo fondamentale nell'elaborazione collettiva della coscienza tragica. Se è vero che oggi gli artisti di teatro più profondi e originali che danno voce al sentimento tragico non sembrano per lo più muoversi sulla falsariga della tragedia, è vero peraltro che questo genere ereditato dalla tradizione è vischioso e che il modello antico non cessa di affascinare la creazione moderna. Possono quell'antropologia e quella drammaturgia antica mettere in gioco ancora le nostre domande sul tragico? Che cosa di fatto avviene quando il mito o il testo della tragedia antica entra in collisione con filosofie, ideologie, convenzioni, istanze comunicative attuali? Come dialoga il modello con la contemporaneità? Sono questi gli interrogativi sottesi ai saggi che qui presentiamo, articolati in due parti. La prima, affidata a studiosi del mondo greco, riflette sul funzionamento di un congegno capace di portare a galla un vissuto angoscioso, ma anche di controllarlo, ed evidenzia i segni della crisi già tuttavia presenti in una macchina rassicurante. Non è facile, infatti, raggiungere e mantenere stabilmente un equilibrio nell'elaborazione del tragico; I'intuizione della “fralezza del destino umano” si riaffaccia continuamente sul disincantato e sulla paura. Nella spinta a trasformarsi, interna alla tragedia fin dalla sua origine, sta forse la base di una duttilità a modellarsi su contenuti sempre nuovi che provoca e alimenta l'inchiesta della modernità. I saggi della seconda parte analizzano alcuni momenti della scena degli ultimi decenni in cui la tragedia antica si plasma sui temi ideologici del nostro tempo e si offre come paradigma ideale per progetti di rinnovamento del teatro volti a ritrovare, in un confronto con le radici, i connotati della comunicazione teatrale che il tempo ha depotenziato o smarrito. Quel che interessa indagare, dunque, sullo stimolo della tragedia antica che attraversa il moderno, è, insieme, una filosofia dell'esistenza e una filosofia della scena.
€ 18,59
La drammaturgia della Settimana Santa in Italia

Anno:
1991
Pasqua, celebrazione dell'evento fondante del cristianesimo e come tale madre delle feste, della liturgia e del calendario, presenta una delle più complesse drammaturgie del tempo. Il termine drammaturgia cerca di cogliere l'articolata messa in scena di un fatto simbolico che si estrinseca in forme rituali, liturgiche, paraliturgiche, teatrali, parateatrali folcloriche, ecc., affrontate in maniera separata dagli studiosi di liturgia, di etnologia, di teatro, che non riescono così a rendere conto dell'intreccio costitutivo di rito e teatro insito in ogni memoria attualizzante della morte, passione e resurrezione di Cristo. L'interesse per la drammaturgia della settimana santa è motivato dalla ricchezza di forme drammatiche e drammatizzate che vanno dalle invenzioni proprie del periodo pasquale (come il Quem quaeritis, la Visitatio sepulchri, le Passioni, il Pianto della Madonna, gli apparati scenografici per i sepolcri del giovedì santo la deposizione dalla croce, la processione del Cristo morto, quella dell'incontro tra Cristo risorto e la Madre, ecc.) alle molteplici attività rituali, spettacolari e artistiche che l'attraversano (danza, fuochi d'artificio, riso pasquale, oratorio musicale, melodramma, canti narrativi processionali, laude, pupi e giganti di cartapesta, mascherate riti del sangue, questue, trionfi gastronomici, sacre rappresentazioni, “sfilate” di moda, ecc. Lo studio della ritualità e della teatralità della settimana santa nell'area italiana smentisce l'opinione comune di un teatro sacro e d'argomento religioso limitato, come vuole la storiografia tradizionale, al Medioevo. L'ampia documentazione esistente rivela al contrario una espansione del fenomeno lungo i secoli e pone in questione non pochi assunti teorici del sapere teatrale. Viene in evidenza infatti una drammaturgia diversa, ancora oggi più diffusa e praticata della forma chiusa ed elitaria del teatro classico. E dove sembra ripetersi l'antica contrapposizione tra Chiesa e teatro, ovvero tra due sistemi competitivi di comunicazione, si fa strada invece lo stretto rapporto che esiste tra i due, dal momento che nelle innumerevoli rappresentazioni della passione, morte e resurrezione di Cristo si afferma il mistero dell'incarnazione: I'invisibile che si veste di corruzione. Dio che si fa uomo. L'apparenza del teatro.
€ 32,00
News
18.09.2023
Tra iperattivismo legislativo e corruzione
Un estratto dall'introduzione al libro del Procuratore della Repubblica Raffaele Cantone "Corruzione".
27.09.2023
Il viaggio della donna: tre lezioni con Silvano Petrosino
Lunedì 2, 9 e 16 ottobre al Teatro della Chiesa di san Pietro in Scala a Milano, tre lezioni spettacolo.
25.09.2023
Due incontri per Martini con Carlo Casalone
26 e 29 settembre si parla di "Sapienza e profezia. L'eredità intangibile di Carlo Maria Martini" a Bergamo e a Cordenons.
07.09.2023
La voce delle donne afghane a Librixia
Lucia Capuzzi, Viviana Daloiso e Antonella Mariani, curatrici di "Noi, afghane", dialogano a Brescia con Tiziana Ferrario, giovedì 28 settembre.